Decine, centinaia di storie dietro i nostri vini.
La missione dei Vini Migranti è farle conoscere, far capire che il vino è molto di più.


Sacrisassi 2016 – Le due terre (Friuli)

100 anni fa in questi giorni si ricostruiva un territorio dopo la grande guerra. Il Friuli è stato oggetto di trincee e concetti di guerra di posizione. Oggi queste posizioni sono dei terroir ovvero degli ambienti microclimatici precisi che identificano un terreno vocato per una specifica uva. Rappresenta così il rapporto tra la vigna e l’uomo, tra la Natura e l’Umanità, lo ying o lo yang.

Sacrisassi è l’equilibrio e l’energia che si forma da queste forze in contrapposizione. L’equilibrio del Refosco e lo Schioppettino: forza ma eleganza, frutto e freschezza, amore e amicizia.

Pinot Nero 2016 – Macea (Toscana)

Quanti mondi esistono all’interno di questo Pianeta? Infiniti probabilmente. L’idea che non esista una verità non è un concetto Pirandelliano ma la cognizione che ci resta più facile conoscere una sola verità. Chissà quanti microcosmi esistano in Garfagnana? In un paesino dell’appennino c’è un anfiteatro Naturale coltivato da un “piccolo grande viticulture” che custodisce delle vigne di Pinot Nero piantate dal padre che attraverso la pittura e la viticultura del figlio ci racconta ancora di se. Pinot nero in purezza, austero come generale prussiano ma dal cuore caldo come una ballerina di flamenco. Immortale.

Allaria 2018 – Mastro Baglio (Sicilia)

Marsala è conosciuta per molte vicende storiche e di Migrazioni. Da li partivano le Navi che portavano vino in Inghilterra inventando nuove tipologie di vino, dallo stesso porto Garibaldi compii altre imprese. Chissà quante ancora ne vedremo e forse collegate anche un vino bianco ottenuto dall’uva Grillo e vinificata senza solfiti da Enrico e Famiglia.

Minerale e fresco, caldo e avvolgente: mediterraneo!

Palmazio 2018 – Palmazio (Toscana)

L’isola di Capraia è uno scoglio nel mezzo del mediterraneo, all’interno dell’Arcipelago Toscano. La conosceva bene Dragut, il celebre pirata che veleggiava nel Mediterraneo nel Seicento. Sotto il sole estivo e le mareggiate invernali. Occorre grande dedizione e sacrificio nel raccogliere pochi frutti con tanto sforzo per produrre poche bottiglie di un bianco Vermentino che racconta dell’isola, del mare, del caldo e del sudore dell’uomo che passa da Capraia e ci si ferma come Dragut che è sepolto sull’Isola.

Ma come sarà spontanea a volte la vigna ad ambientarsi tra gli scogli e la salsedine.

licenza immagine Raisdragut at Italian Wikipedia, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Ribolla 2013 – Gravner (Friuli)

Josko Gravner è sempre stato un pioniere e un esploratore di culture. Per anni ogni giorno viaggiava tra la Slovenia e il suo friuli alla ricerca della perfezione del vitigno Ribolla. Scoprì la tecnica georgiana delle Anfore come elemento di conservazione ma anche di sviluppo del vino. L’anfora è un elemento naturale prodotto con Terra, Acqua, Aria e Fuoco per custodire un vino prodotto da un vitigno che ha più di 3000 anni di storia e che nel tempo migra anche verso occidente

Barbera 2017 – Valli Unite (Piemonte)

La cooperativa Aurora è una sorta di esempio culturale e agricolo che unisce persone, professionalità e storie incredibili. Si coltivano campi, si allevano animali, si produce vino, si ospitano viaggianti e si dispensano pranzi e corsi per tutte le arti. La barbera di Ottavio è un vino contadino con la C maiuscola e prodotto da tanti storie umane che si uniscono a Valli Unite

Champagne Extra brut Equilibre – Legret (Francia)

Qui abbiamo un blend più vini ottenuti da Pinot Meunier, Pinot Nero e Chardonnay. La mescolanza, la miscelazione… Manzoni scriveva che non si possono riconoscere nel Po’ le acque degli affluenti a monte, gli inglesi definiscono melting pop.

Si dice che lo champagne sia come un’orchestra: più elementi ci sono e più è interessante.

Costa del Vento 2017 – Vigneti Massa (Piemonte)

Il Timorasso è un’uva autoctona da sempre radicata nei colli tortonesi. Si chiama Costa in gergo quel versante di collina che scorre lungo un complesso montuosi. Questa costa è chiamata del vento perché è la prima ad incotrare brezze dopo la pianura padana. Su quella costa passavano tutti per salire le alpi e forze anche Annibale, il grande generale nero ci passo con gli elefanti

Urogiaya 15 2016 – Demetervine (Ungheria)

Tutta la regione ha subito molta devastazione nel corso delle guerre ma la vita si è aggrappata a questi sassi. Questa è una vigna unica molto vecchia che cresce sui sassi di un vulcano spento.

I piccoli ma potenti alberelli dominano tutto il paese e sembrano danzare al vento quando le campane rintoccano lo scandire delle ore, degli anni e della vita.

Licenza immagine CivertanOwn work, CC BY-SA 3.0, Link

Sangiovese  2016 – I Mandorli (Toscana)

Ci Sono quei microclima e terroir che difficilmente si collocano precisamente in un contesto di campagna, di mare o di montagna. I Mandorli è una piccola realtà di Suvereto, troppo in entroterra per definirsi un vino di costa e troppa alta l’altezza per definirsi di mare. Di sicuro è un terroir unico, frastagliato su un’unica collina di argilla e sassi plasmata dal vento. La biodinamica permette la gestione mai invasiva di un fazzoletto che compone il mondo

La Mission  2017 – La Casa Veja (Messico)

In Baja California esiste un vigneto dalla fine dell’800. Da più di 120 anni si coltiva in questo fazzoletto di terra si ha una testimonianza incredibile della relazione che ci può essere tra terreno, vigna e uomo. Peccato che nonostante siamo ai confini degli USA non si possa mai varcare quel confine e nessuno possa arrivare a goderne i frutti. Da entrambi le parti.

In Baja California esiste un vigneto dalla fine dell’800.

Etna rosso 2017 – Ferrara (Sicilia)

Il vulcano viene chiamato IDDU in Sicilia e viene rispettato sempre anche quando sbuffa, piange lava o fa tremare. D’altronde siamo solo custodi della terra a volte e il rispetto spesso è reciproco. Se non si abusa e si tratta la terra come una persona difficilmente si avrà problemi.

Gli alberelli di salvatore sono sul versante ovest e tra lui è IDDU scorre sempre buon sangue, vino e a volte lava!

Raspato 2018 – Annesanti (Umbria)

Ci vuole irreverenza a volte! Non basta avere tecnica, cultura e sacrificio. Occorre stimolare il pubblico con dei messaggi. Francesco Annesanti ha una storia recente nel mondo del vino ma dopo tanti viaggi si è radicato in collina. Questo Raspato è un rifermentato con una sostanza incredibile e un packaging irreverente.

Migrante Controguerra 2018 – Podere San Biagio (Abruzzo)

C’è l’energia di un ragazzo giovanissimo e ribella che con sudore, fatica e rabbia verso il sistema ingentilisce il pensiero in una bottiglia che gira per il mondo. Pratiche biodinamiche, rispetto della campagna e consigli dei vecchi saggi fanno si che un Migrante trovi soddisfazione, ascolto ma soprattutto rispetto!

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